ARTICOLO DI GIORNALE

Come l'artista Escher interpreta la prospettiva
Quest'anno, a Milano, a Palazzo Reale ci sono in esposizione molti dei quadri del famosissimo pittore geometrico Escher. Questi quadri hanno inizio tutti da figure geometriche, per lo più quadrati, rettangoli e triangoli. Il pittore in questo caso si è basato su un concetto di translazione, tassellazione ma soprattutto sulla PROSPETTIVA. Quando sono andato a vedere questa mostra mi ha colpito in particolare il modo con qui Escher è riuscito a cambiare la forma delle varie figure geometriche tanto da renderle reali tramite la TRIDIMENSIONALITA'.
Tutti i quadri mi sono piaciuti, ma in particolare mi ha attirato il quadro della sfera in qui viene riflesso Escher che appunto tiene in mano quest'ultima:tramite la sfera si può notare tutta la prospettiva usata ma anche data dal pittore e tutta la sua straordinaria tecnica e ingegneria. 
Un altro quadro molto bello e affascinante è quello delle scale che si incrociano fra di loro in cui il pittore,nonostante l'angolazione data, riesce a dare la profondità dei diversi gradini. Se si osserva con attenzione il quadro, si può notare che le scene rappresentate sono 4; esse seguono il senso delle scale.
Il quadro più famoso di Escher molto probabilmente è la METAMORFOSI, dove tutto parte da da questa parola e va evolvendosi, cambiando più volte la sua forma originale. Si passa da un quadrato a dei campi coltivati arrivando a distinguere poi i diversi animali terminando poi in una partita di scacchi e ritornando di nuovo alla parola iniziale: METAMORFOSI 

Ora cari lettori, vi voglio parlare del quadro, che secondo me è il più bello che Escher abbia mai dipinto.

Il più famoso autoritratto di Escher, concepito sulla centralità dell’immagine
"Hand with a Reflecting Sphere": in esso l’autore ha in mano una sfera in cui si riflette e, considerata la curvatura della superficie della sfera, viene riflesso anche lo studio dell’artista. Ma c’è dell’altro: Escher stesso afferma che la testa dell’artista, o più precisamente il punto situato tra i suoi occhi, si trova al centro del riflesso. In qualunque modo ci si muova, sempre sarà al centro. Il suo io è il nucleo del suo mondo”. L' autore costruisce tutti i suoi quadri attorno al suo modo di essere.

Questo ritratto di Escher è stato copiato e ripetuto in molte opere, parodie, film e videogiochi: del resto la sua originalità è innegabile.
Secondo me questo quadro rispecchia molto Escher per quello che era, un artista lucido che rappresenta e spiega scene di vita mescolando la fantasia con la matematica.

Da:Scuola Repubblica

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