Le storie e i protagonisti della prospettiva artificiale

Il Rinascimento costituisce il periodo più significativo per gli studi sulla rappresentazione prospettica; in questo periodo, artisti e matematici cercano di superare l'empirismo della prospectiva communis medioevale, mettendo a punto le regole precise per la rappresentazione del reale, esposte in una serie di trattati sistematici. Dal Rinascimento in poi la prospettiva viene quindi usata per rappresentare nel piano oggetti disposti in uno spazio tridimensionale. Tutto è rigorosamente riferito a uno spazio matematico dove ogni cosa stabilisce delle precise relazioni con l'intorno. 

I precursori della prospettiva artificiale 
Leon Battista Alberti, studi sulla prospettiva

Leon Battista Alberti
(1404-1472) è il primo a codificare le regole della costruzione prospettica. Nel trattato "De pictura" definisce le regole della "costruzione leggittima" (cioè della proiezione centrale con punto di distanza)

Alberti suddivide la prospettiva in:

  • prospettiva come metodo di rappresentazione;
  • "perspectiva naturalis" o "communis", ossia la scienza della visione;
  • "perspectiva artificialis" o "pingendi", ossia la scienza della rappresentazione.
Il primo esempio di rappresentazione pittorica prospetticamente corretta di cui ci è rimasta testimonianza è l'affresco della Trinità di Masaccio, nella chiesa di Santa Maria Novella di Firenze.
Masaccio per primo utilizzò la prospettiva lineare come strumento essenziale della raffigurazione. Da questo momento in poi, la prospettiva diventa una nuova scienza, che condiziona in modo radicale l'evoluzione artistica del Rinascimento e dei secoli successivi.
La Trinità di Masaccio, 1426

Filippo Brunelleschi

Battistero di San Giovanni
Tavola prospettica del Brunelleschi

Filippo Brunellesci affronta il problema della rappresentazione scientifica della terza dimensione su un piano. Sulla base degli studi della geometria di Euclide espressi nell'Ottica, Brunelleschi tra il 1410 e il 1413, riprende il concetto dei raggi visuali e dell'intersezione di questi con il piano di quadro e riesce a risolvere il problema della rappresentazione dello spazio, intersecando i raggi proiettanti, passanti per il punto di vista, con il piano di quadro, utilizzando a questo scopo la pianta e l'alzato dell'elemento da rappresentare.


Leonardo da Vinci, De pictura

"Abbi un vetro grande come uno mezzo foglio regale e quello/ ferma bene dinanzi ali occhi tua, cioè tra l'ochio e la cosa che tu vuoi ritrare,/ e di poi ti poni lontano col ochio/ al detto/ vetro 2/3 di braccio, e ferma la testa con uno strumento in modo che non possi / muovere punto la testa; dipoi serra o ti copri un ochio / , e col penello o con lapis a matita macinata segnia in sul vetro ciò che di là appare e poi lucida con la carta dal vetro e spolverizzala sopra bona carta e dipingila, se ti piace, usando bene la prospettiva aerea"

Piero della Francesca (1410-1492) nel De prospectiva pingendi riassume la prospettiva in cinque elementi:
 "La prima è il vedere, cioè l'ochio
la seconda è la forma della cosa veduta
la terza è la distanza da l'ochio a la veduta
la quarta è le linee che se partano da l'estremità de la cosa e vanno a l'ochio
la quinta è il termine che è intra l'ochio e la cosa veduta dove se intende ponere le cose"

Il metodo prospettico, dopo il Rinascimento, è conosciuto da numerosi altri artisti quali, ad esempio: Michelangelo, Francesco Borromini, Bramante e nel 1600, Guidobaldo del Monte pubblica un trattato sulla prospettiva nel quale ne dà una formulazione quale modello teorico matematico.





Commenti

Post popolari in questo blog

Le narrazioni della prospettiva artificiale

La prospettiva artificiale nel cinema